"Birthday spanking"
Renato aveva pensato a tutto e di una cosa era sicuro, che il compleanno della sua Anna sarebbe stato per la festeggiata, ma anche per i loro amici più cari, veramente indimenticabile; dopotutto, non si compiono 50 anni tutti i giorni.
Era passato un po' di tempo da quando aveva scoperto, sorprendendo la moglie sculacciarsi da sola con la tavoletta della nonna, quanto grande fosse la sua passione per lo spanking quindi, a sua insaputa, quando stava al pc, aveva cominciato a vedere cosa facesse o scrivesse Anna sul forum di spanking che tanto assiduamente frequentava.
Per Renato, scoprire come la sua Anna, con il nick name di Dolly, fosse diventata nel giro di due anni una colonna portante del forum fu una sorpresa folgorante. Pensò a quanto stupido era stato ad ignorare i tanti segnali che la donna gli aveva lanciato, le provocazioni, le allusioni affinché lui si decidesse a fare quello che lei desiderava ardentemente, cioè finire sulle sue ginocchia.
Fino a quando, un pomeriggio, tornando prima dal lavoro, l'aveva sorpresa nel bagno e, superato il momentaneo shock e chiarita la situazione, l'aveva accontentata riscaldando a dovere le sue prosperose natiche col tagliere, incurante delle sue grida e dei suoi pianti.
E ora stava organizzando la sua speciale festa di compleanno, prima di tutto aveva mandando gli inviti agli amici con la raccomandazione che non ne facessero parola con Anna, per non rovinare la festa a sorpresa, e, sorridendo dentro di sé, di sorprese ne avrebbe avute eccome Anna, il giorno del suo compleanno.
Ma lei questo non poteva immaginarlo.
Quella mattina Anna si era alzata abbastanza presto, come tutte le altre mattine d'altronde ed aveva svegliato suo figlio Marco di 15 anni, gli aveva preparato la colazione, gli aveva messo la merenda nello zaino, un bacio prima di uscire, aveva fatto colazione anche lei ed era tornata a letto.
Renato, sentendola infilarsi nuovamente sotto le lenzuola mugolò, si stiracchiò e volgendole uno sguardo pieno d’amore e di sottintesi le fece capire cosa volesse da lei, e Anna non si fece certo pregare.
Poi, mentre Anna stava sotto la doccia Renato spostò la tenda, chiuse l’acqua e cominciò ad insaponarle la schiena, suoi occhi vagavano sul corpo esuberante della moglie, sulle sue forme giunoniche e sulla sua pelle liscia e morbida dove si vedevano ancora i segni dell’abbronzatura estiva, ed in modo particolare sulle belle, bianche, sode e grandi natiche; nel suo cuore sapeva di essere un uomo veramente fortunato ad avere una moglie cinquantenne ancora così giovanile e frizzante.
Finito che ebbe di insaponarle la schiena prese il tubo della doccia, la sciacquò, chiuse l’acqua e l’aiutò ad indossare l’accappatoio.
La strinse fra le braccia e con una voce piena d’amore le sussurrò: <buon compleanno amore mio>,
Anna, avvolta nel caldo abbraccio del marito, gli rispose sorridendo: <grazie amore>!
<ho una sorpresa per te>, continuò Renato,
Gli occhi di Anna si accesero di una luce birichina alla parola sorpresa , sembrava una bambina, mentre curiosa chiedeva: <davvero Renato?>
<non ci crederai> continuò Lui, <ma per il tuo compleanno ho organizzato una festa.>
Anna non riusciva a credere alle sue orecchie, il suo Renato, che si era sempre dimostrato refrattario alle feste gliene aveva addirittura organizzata una per il suo compleanno: <ma? Come? Una festa? E dove?> Chiese la donna, che ancora non riusciva a riprendersi dalla sorpresa.
Renato le si pose dinanzi e guardandola in viso le disse: <qui, a casa nostra, ho invitato i nostri più cari amici, ho ordinato un catering con tutto quello che sarà necessario per il buffet, e la torta di compleanno che andrò a prendere più tardi; sarà una bella festa vedrai, una festa fra adulti, ecco perché Marco stanotte andrà a dormire dal suo amico Andrea>.
Mentre Renato parlava Anna lo guardava con aria attonita, incredula, non si sarebbe mai sognata lontanamente che suo marito fosse capace di organizzare una cosa del genere.
Il resto della giornata Anna lo passò su una nuvoletta, raggiante di gioia, sembrava saltare e ballare per casa, sembrava proprio una bambina; mentre Renato, volgendole uno sguardo sornione già pregustava, al solo pensiero, il ben altro ballo che la donna, quella stessa sera avrebbe fatto.
Renato aveva dovuto anche insistere perché si decidesse ad andare dalla parrucchiera, perché lei voleva, prima di tutto, mettere in ordine la casa per non fare brutta figura con gli ospiti, ma il marito l’aveva rassicurata che, al suo ritorno, le avrebbe dato una mano, e che ora doveva solamente pensare a farsi bella, andando dalla parrucchiera e comprandosi un bel vestito nuovo per la serata, così Anna, finalmente convinta, si decise ad uscire.
Al suo ritorno, come promesso, Renato l’aiutò a preparare la casa per la festa, allungarono e spostarono , il tavolo del salotto su cui sarebbe stato apparecchiato il buffet, a ridosso di una delle pareti, e lo ricoprirono con una grande e bellissima candida tovaglia.
E quando il fioraio consegnò una stupenda composizione di rose gialle, le sue preferite, che Renato pose al centro del tavolo, Anna, vedendole, rimase veramente senza fiato.
Renato era veramente entusiasta nel vedere indossato il vestito nuovo che Anna aveva comprato per l'occasione, nero, le arrivava alle ginocchia, di una stoffa semi elasticizzata che evidenziava splendidamente le sue forme abbondanti; sul davanti aveva cucita una decorazione di pajette e perline e delle frange, anch’esse nere, dal quale partivano le due parti del vestito che lo componevano.
Renato la guardò estasiato ... era bellissima.
Nel pomeriggio vennero quelli del catering a portare il necessario per il buffet , e Renato, con grande cura, sistemò alla perfezione sul tavolo , in questo era un maestro, avendo fatto il maitre in uno dei più prestigiosi hotel di Roma,.
Tutto era pronto per la festa.
Gli invitati arrivarono, non erano più di una dozzina, Renato aveva selezionato gli amici più intimi, i più fidati, per essere sicuro che la sorpresa che aveva preparato per Anna, lo spettacolo a cui avrebbero assistito, fosse qualcosa di privato.
Prima ci furono i soliti e caldi convenevoli, i baci, gli abbracci, le strette di mano e gli auguri, poi si diede il via alla festa vera e propria; gli invitati gradirono il buffet e la musica che facendo da sottofondo e dava animo all’atmosfera allegra, si mangiò, si bevve e si ballò ed infine Anna scartò i regali ricevuti.
Era arrivato il momento della torta e fu allora che Renato chiese a tutti i presenti un po’ di attenzione:
<amici, vorrei la vostra attenzione per favore!>
Improvvisamente fra i presenti calò il silenzio, e mentre Renato avvolgeva Anna in un caldo abbraccio continuò : <sono veramente felice che voi tutti siate qui per festeggiare il cinquantesimo compleanno di questa splendida donna che ho avuto la fortuna di incontrare e ancor di più di sposare, la mia adorata compagna di vita, l’amore della mia vita>.
Nel sentire proferire le parole dal marito Anna ebbe un sussulto di commozione.
Renato continuò: <ora vi dirò una cosa di questa magnifica donna che non immaginereste mai neanche se voleste, questa donna la si potrebbe definire una vera celebrità del web!>
Udendo queste parole Anna guardò il marito sorpresa ed incredula, mentre la stessa espressione era dipinta sulle facce dei presenti , ma Renato non se ne curò e continuò il suo discorso: <È una celebrità soprattutto nel mondo dello spanking, sicuramente voi saprete cosa vuol dire in inglese>.
La sorpresa che traspariva dalle facce dei presenti aumentò in maniera esponenziale, ma nessuno rispose.
<glielo vuoi dire tu amore, cosa vuol dire spanking in inglese?>. Chiese Renato ad Anna con tono amorevole, mentre un improvviso e violento rossore avvampava le guance della donna.
<su, dai Anna, di che ti vergogni, siamo fra amici>, insistette bonariamente l’uomo suscitando la massima l’attenzione e la curiosità dei presenti; guardando negli occhi Anna che ancora non immaginava dove suo il marito volesse andare a parare.
Continuò ancora: <allora, da brava dì ai nostri amici cosa vuol dire …spanking ..in inglese>, questa volta il tono di Renato fu più serio e perentorio, le sue parole erano quasi un ordine e Anna si fece piccola piccola e con il rossore che le era arrivato fino alla radice dei capelli con un filo di voce sussurrò: <significa sculacciata>
Alla sua risposta la maggior parte degli ospiti tossicchiò imbarazzata, alcuni sorrisero, ma tutti, in quel preciso istante, ebbero la sensazione che qualcosa di lì a poco sarebbe accaduto.
La stessa sensazione che ebbe anche Anna, era ammutolita e non sapeva dove guardare.
Renato proseguì: <sono veramente orgoglioso di te Anna, mai avrei immaginato che fossi capace di fare tutto quello che hai fatto su quel forum, veramente grandioso cara, la spanking gallery poi è stupefacente, ti meriti proprio la sorpresa che ho preparato per te>.
A queste parole Anna sentì come uno sfarfallio nello stomaco, Renato aggiunse :<la sorpresa che ho preparato per te, amore mio, è qualcosa che nelle tue fantasie di spankee non avresti mai immaginato di provare, un birthday spanking!>
Ora Anna non sentiva più lo sfarfallio nello stomaco, ora era nel panico più totale.
Lei che era la spankee più pestifera del forum, Lei che era la Corsara che scorrazzava per l’Oceano virtuale alla ricerca di ciò che di più bello riusciva a trovare, Lei, Dolly, stava per vivere nella realtà quella che era una delle sue più ricorrenti fantasie.
Quasi senza che Lei se ne rendesse conto Renato l’aveva dolcemente guidata verso il divano, si era seduto ed altrettanto dolcemente l’aveva aiutata a coricarsi sulle sue ginocchia.
Ad Anna sembrava di stare vivendo un sogno, o in un incubo, non lo sapeva. Di una cosa sola si rendeva conto, di trovarsi sulle ginocchia del marito e che di lì a poco sarebbe stata sculacciata, pubblicamente e davanti ai loro amici.
Istintivamente alzò il viso, si guardò intorno e non poté fare a meno di notare che i presenti avevano osservato tutta la scena in silenzio, ma con una strana luce negli occhi.
Dopo che l’ebbe sistemata per bene Renato le prese il braccio destro e glielo piegò dietro la schiena, quindi con la gamba destra le bloccò le gambe, intrappolandola, senza via di scampo, pronta per una severa sculacciata.
Con voce flebile la donna disse quasi gemendo:<renato , ti prego, non puoi farmi questo>.
Renato sorrideva mentre con un movimento leggero le sollevava il vestito, scoprendole le formose natiche ricoperte da una vezzosa culotte di pizzo nero dalla quale uscivano gli elastici del reggicalze, anch’esso nero; mentre lo faceva esclamò : <su, non ti preoccupare amore mio, dopotutto, non è quello che hai sempre desiderato? Non è quello hai sempre fantasticato nel forum? Non capita a tutti ricevere una sculacciata come quella che riceverai tu vero amici?> Chiese Renato rivolgendosi ai presenti , che, quasi all’unisono, assentirono con la testa mentre un sorriso divertito increspava le loro labbra; soprattutto quando l’uomo fece una cosa che sicuramente non si sarebbero mai aspettato che facesse.
Infatti, incurante del fatto che la moglie cercasse in tutti i modi di sottrarsi a quel destino beffardo, Renato, dopo averle accarezzato dolcemente le morbide natiche ancora ricoperte dalle culotte, con un movimento leggero e deciso gliele abbassò fino alle ginocchia.
Quel gesto fece sprofondare Anna in un abisso di vergogna: <noooo! > gridò la donna in preda al panico:<renato NON FARMI QUESTO!>
Il marito le accarezzò le natiche, completamente scoperte, prosperose, immense, stuzzicanti, invitanti , insomma una vera tentazione per le mani, e forse, proprio in quel momento un certo prurito cominciò a solleticare le mani dei presenti e fece nascere in loro il desiderio di riscaldare e di colorare quelle natiche impertinenti.
Renato sorrideva mentre blandiva Anna : < Su … non fare così, lo sai bene che una sculacciata severa, va data rigorosamente sul sedere nudo, ed il tuo impertinente e meraviglioso culetto, amore mio, la merita tutta la lunga, cocente e severa sculacciata che fra poco riceverà, perché essendo il tuo un birthday spanking, non solo verrai sculacciata da me, ma riceverai 50 sculacciate, come gli anni che compi, anche da tutti i nostri amici, 50 , non una di più ne una di meno!>
Queste parole sorpresero non poco i presenti che sicuramente non avevano immaginato che la serata prendesse una piega così imprevista, ma non meno sorpresa era la povera Anna che si aspettava di festeggiare i suoi 50 anni in una maniera un po’ più normale, certamente non così. Coricata sulle ginocchia di suo marito, con il fondoschiena all’aria e con la prospettiva che le sarebbero state somministrate tante e tante sculacciate; non era mai stata una cima in matematica, ma pur non riuscendo a calcolare quante fossero 50 sculacciate somministrate dai dodici invitati di una cosa era sicura, sarebbero state veramente tante.
E dai suoi occhi cominciarono a scendere lentamente calde lacrime.
Renato smise di accarezzare il fondoschiena di Anna, già percorso da qualche brivido, alzò lentissimamente il braccio destro e con vigore arrivò la prima sculacciata sulla natica destra, spaaaaank , contò:<unooo>, il bruciore improvviso della sculacciata provocò subito un’esclamazione di dolore, e così mentre Renato, con severità e precisione colpiva per 50 volte il nudo bersaglio, avendo cura di contare tutti i colpi, ad ognuno di essi facevano eco le grida ed i gemiti di Anna, ma era solo l’inizio!
Dopo che ebbe terminato Renato aiutò la frastornata Anna ad alzarsi e fece segno a Silvia, la migliore amica di sua moglie di prendere il suo posto. La donna, dopo qualche attimo di imbarazzo, sollecitata dall’uomo non si fece pregare e si accomodò sul divano e senza indugio si coricò la festeggiata sulle ginocchia.
Renato suggerì: <mi raccomando Silvia, devi sistemarla come l’ho sistemata io, anche voi amici, il braccio destro dietro la schiena e le gambe bloccate, non vorrete mica che la nostra Anna, mentre la sculacciate, vi molli un calcione..!>
Quest’ultima affermazione sortì l’ilarità generale, ma procurò ancora più profonda vergogna in Anna che si ritrovò nuovamente con il braccio e gambe bloccate e con il fondoschiena, che già stava prendendo colore.
L’amica Silvia come sculacciatrice non si dimostrò più tenera di Renato, anche lei contò i colpi e nonostante fosse una donna, ebbe la mano alquanto pesante nel somministrare le sculacciate di rito in cui suono era accompagnato dall’immancabile controcanto delle grida e dei lamenti di Anna.
La stessa scena si ripeté con tutti gli altri invitati, ognuno di loro, dopo aver posizionato la festeggiata sulle ginocchia, come aveva fatto Renato, arrossarono e riscaldarono a dovere le ormai roventi natiche di Anna che avendo da tempo oltrepassato il limite della sopportazione, urlava e piangeva, senza però muovere a compassione nessuno degli ospiti.
Uomini e donne si dimostrarono, chi più chi meno, dei volenterosi sculacciatori.
Infine, come la classica ciliegina sulla torta, toccò all’ultimo degli amici, Carlo, alto e grosso e aveva due mani enormi. Per questo gli amici lo chiamavano Mastro Lindo, dato che ricordava il gigante della pubblicità.
L’uomo, pur essendo un caro amico della coppia non si tirò certo indietro quando fu il suo turno di arroventare ancor di più le natiche di Anna, il cui colore, durante tutta la sculacciata, era passato progressivamente da un rosso pallido ad un rosso purpureo ed erano adesso veramente martoriate.
Quindi Carlo, dopo averla messa sulle ginocchia ed avere apprezzato il monumentale sole al tramonto, e dopo avere scambiato con Renato uno sguardo di complicità, con malcelato piacere accarezzò dolcemente gli ardenti globi, alzò il braccio e la sua manona, ricadendo sonoramente per cinquanta volte e dando il colpo di grazia all’infuocato fondoschiena della povera Anna.
La povera oramai non ne poteva più tanto era il dolore e il bruciore che quelle ultime 50 sculacciate le procuravano, anche perché erano state date con la perizia di uno vero spanker esperto quale era Carlo; le sembrava che tutti i diavoli dell’inferno fossero lì ad arrostirle le natiche, tanto era il bruciore e il dolore che sentiva, continuava a gridare ed a piangere, e quando finalmente anche l’ultima sculacciata fu data, per lei fu la fine di incubo. La sculacciata era finita ed Anna era proprio sfinita.
Renato la aiutò dolcemente ad alzarsi, le avvolse in un abbraccio consolatorio le spalle scosse dal pianto e la condusse verso la parete: <adesso, amore mio, starai un po’ qui, con faccia al muro e le mani dietro la schiena in modo da tenerti il vestito su, così che noi si possa ammirare in tutto il suo splendore il tuo bellissimo sedere>.
Mentre lo diceva Renato accarezzò lievemente le natiche della moglie: <mmmmm, accidenti come scottano e sono anche di un bel rosso violaceo direi, amici venite a sentire anche voi come sono ardenti le belle chiappe di Anna!>, disse Renato ai presenti che ridacchiando soddisfatti non si fecero pregare e ben volentieri si avvicinarono alla festeggiata toccandole le roventi natiche, congratulandosi fra loro per il risultato ottenuto.
Così Anna rimase per dieci minuti buoni faccia al muro, con il fondoschiena ardente in bella mostra, esposto allo sguardo ed ai commenti dei presenti, passati i dieci minuti si voltò e chiese a Renato di andare in bagno a ricomporsi, cosa che le fu concessa.
Renato intanto aveva aperto lo champagne e mentre tutti cantavano in coro: <tanti auguri a te>, portò in tavola la torta a forma di paddle.
Finalmente giunse il momento del commiato, gli amici, prima di andarsene si prodigarono in complimenti per la riuscita della festa a dir loro indimenticabile, e certo indimenticabile sarebbe stata per Anna che non vedeva l'ora di dare refrigerio alle sue natiche ardenti.
Non appena anche l'ultimo degli invitati se ne fu andato avrebbe voluto riempire di improperi Renato, ma nel timore che il marito se la rimettesse sulle ginocchia per un ulteriore extra di sculacciate non disse nulla e andò a chiudersi in bagno a chiave.
Per prima cosa si spogliò completamente, entrò nella doccia e lasciò che l'acqua tiepida le desse il ristoro di cui aveva bisogno, uscita dalla doccia e messosi l'accappatoio uscì dal bagno.
Renato, ancora vestito la stava aspettando seduto sul letto e non appena la vide si picchiettò le ginocchia: <vieni qui amore>, Anna non riusciva a crederci che ancora non era finita, ma Renato, sfoderando un sorriso disarmante le mostrò il vasetto di crema all'arnica che era sul suo comodino, in quello stesso istante tutto il rancore che provava nei confronti del marito svanì per incanto, era giunto il momento delle coccole.
<hai pensato proprio a tutto>, sussurrò Anna sorpresa, Renato rimarcò affettuosamente: <ho fatto bene i compiti, d’altronde è dovere di ogni buon spanker mettere la crema dopo una sculacciata, e tu adesso ne hai proprio bisogno dopo le sculacciate che hai preso>.
Quindi la aiutò a stendersi nuovamente sulle sue ginocchia e dopo averle scoperto le natiche martoriate provvide a spalmare la crema all'arnica, portando un po' di refrigerio ai due globi infuocati, refrigerio che Anna gradì beatamente.
Quella notte però Anna dormì a pancia in giù.